mercoledì 7 ottobre 2009

Sulle pinete di Lido Estensi e Lido Spina sussiste il vincolo paesaggistico della Legge Galasso

Il gruppo parrocchiale di San Paolo del Lido degli Estensi ritiene importante fare la seguente comunicazione, per sensibilizzare l’opinione pubblica e informare tutti i firmatari della petizione che si continua a raccogliere per la tutela di alcune pinete dei Lidi di Comacchio (ad oggi siamo a 3500 firme).
Come è ormai noto, la Provincia di Ferrara ha approvato una Variante al PTCP che esenta dalle tutele previste all’art. 10 (“Il sistema forestale e boschivo”) alcune aree boscate ubicate in Lido degli Estensi (quella limitrofa alla chiesa) e in Lido di Spina (Via Giorgione e Via Giordano).
Tali aree risultano conseguentemente destinabili a edificazione, secondo quanto stabilito dal PRG vigente del Comune di Comacchio.
Siamo venuti a conoscenza del fatto che il Comune ha già rilasciato il permesso di costruire per la pineta di Via Giorgione, nonostante il Consiglio Comunale Straordinario previsto per gli approfondimenti necessari, relativi alle pinete destinate a urbanizzazione, debba ancora essere convocato, e nonostante non sia ancora stata approvata dal Consiglio la Variante specifica al PRG che interessa anche questa zona.
In seguito ad indagini eseguite, il nostro gruppo ritiene di poter affermare che sui boschi in questione sussiste il vincolo paesaggistico sancito dalla Legge 431/85, cosiddetta Galasso. Alla data di entrata in vigore della Legge 431/85 (6 settembre 1985), la disciplina urbanistica del Comune di Comacchio individuava le tre aree in questione come zone per servizi pubblici e di interesse comune (quindi “standards urbanistici”): non si trattava affatto, pertanto, di zone A e B, diversamente da quanto lascia intendere la Presidente della Provincia Marcella Zappaterra nella risposta al nostro quesito che la interpellava sulle ragioni della soppressione delle tutele.
Al momento dell’entrata in vigore della Legge 431/85 ricorrevano i presupposti di applicazione del vincolo paesaggistico, trattandosi di «territori coperti da boschi». Per quanto riguarda i casi di non applicazione del vincolo, la medesima Legge stabilisce che il vincolo non si applica alle zone A e B e alle altre zone «limitatamente alle parti ricomprese nei piani pluriennali di attuazione». In base alle ricerche effettuate, si conferma che alla data del 6 settembre 1985 le aree suddette non erano delimitate come zone territoriali omogenee A e B, né erano ricomprese nei piani pluriennali di attuazione in vigore. Anche nell’ipotesi che tali aree risultassero ricomprese nei suddetti piani, varrebbe comunque, oggi, la clausola all’art. 142 del Codice Urbani, che recita testualmente: «a condizione che le relative previsioni siano state concretamente realizzate»: ipotesi certamente da escludere, dato che l’evidente sussistenza dei tre boschi mostra come i servizi e le attrezzature di interesse comune non siano mai stati realizzati.
Su tali aree si è dunque costituito ope legis il vincolo paesaggistico, in quanto non opera nessuna delle esclusioni previste dalla Legge 431/85. Tale vincolo, che recepisce i connotati tipici del paesaggio (ad esempio le pinete piantumate negli anni trenta), permane tuttora, essendo ancora oggi presenti le essenze arboree che costituiscono il bene di interesse ambientale: piante, sottobosco e dune, sono sotto gli occhi di tutti, e nelle pinete di Via Giordano e Via Giorgione si può persino verificare la presenza del “cisto rosso”, specie di flora presente nel territorio del Parco del Delta del Po e protetta dalla Regione Emilia-Romagna. Si specifica, infine, che il bene ambientale di cui sopra è costituzionalmente protetto e non può soggiacere a interessi interferenti, secondo la sentenza n. 182/2006 della Corte Costituzionale.
Il vincolo paesaggistico della Legge Galasso sottopone al controllo congiunto di Stato e Regione gli interventi di trasformazione urbanistica. Pertanto, il Comune di Comacchio deve rispondere al vincolo sul livello amministrativo: la concessione del permesso di costruire e l’atto presupposto di abbattimento delle alberature devono essere sottoposti all’autorizzazione paesaggistica da trasmettere alla Soprintendenza.
Il gruppo parrocchiale di San Paolo chiede pertanto di rendere certo che il vincolo paesaggistico sussiste sulle tre aree pinetate di Lido degli Estensi e Lido di Spina e di motivare perché fino ad oggi si è ignorato tale vincolo. A questo proposito si chiede altresì la sospensione immediata degli effetti delle autorizzazioni in essere e degli eventuali lavori di esbosco, in attesa di necessario accertamento da parte degli Uffici.

1 commento:

  1. Un piccolo pensiero.

    Continuamo a distruggere la nostra terra per....soldi.

    Io non capisco.

    Non cè nulla di più bello del verde di un albero. Ma per i soldi è meglio il cemento e l'intonaco.

    Continuo a non capire.

    Be continuando cosi e aree verdi italiane saranno circoscritte solamente ai giardini condominiali. Proprio bello.

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