Dopo due mesi di pausa “mediatica” il gruppo parrocchiale di San Paolo per la difesa delle pinete dei Lidi Estensi e Spina destinate a edificazione ritiene opportuno riferire sugli ultimi sviluppi della vicenda. Ricordando che la petizione promossa dalla parrocchia ha raccolto ad oggi 4100 firme, vorremmo fare il punto in merito alla spinosa questione del vincolo paesaggistico sancito dalla Legge Galasso, in considerazione del fatto che recentemente la Soprintendenza per i Beni di Ravenna è intervenuta con una importante apertura al riguardo.
È la Presidente della Provincia Marcella Zappaterra a ricorrere per prima al testo della Legge Galasso: nel suo intervento del 4 settembre 2009 giustifica la Variante al PTCP di Ferrara, e la conseguente soppressione delle tutele per circa 15 ettari di bosco, sostenendo che “la legge 431/1985, cosiddetta Galasso, prevede la non applicabilità dei vincoli paesaggistici all’interno del perimetro di centro edificato (ovvero zone A e B)”.
Il nostro gruppo si rivolge allora a due esperti di Bologna, il Prof. Sacchetti e l’Arch. Bedosti, per analizzare più a fondo la legge citata e la situazione delle pinete in questione. Il 7 ottobre 2009 un nostro comunicato, frutto delle indagini e dei calcoli eseguiti, sottolinea come al momento dell’entrata in vigore della Legge 431/85 ricorressero - al contrario di quanto asserito dalla Provincia - i presupposti di applicazione del vincolo paesaggistico sulla pineta di Via Giorgione e sull’area boscata circostante la chiesa di San Paolo.
In un pubblico incontro del gruppo parrocchiale e Legambiente di Comacchio con i tecnici della Provincia e del Comune, il 16 novembre 2009, gli architetti Sacchetti e Bedosti evidenziano come per le aree sopra citate vi siano le condizioni per la sussistenza del vincolo paesaggistico secondo la Legge 431/85 (oggi D.Lgs. 42/04); viene anche consegnata una nota scritta nella quale è sinteticamente articolata la lettura dei riferimenti normativi. Il gruppo parrocchiale interviene ancora a mezzo stampa il 29 novembre per sollecitare gli enti locali a rispondere puntualmente alla nota consegnata dagli esperti, e il 7 dicembre per chiedere al Comune di Comacchio di verificare, ora per allora, se le pinete ricadono in parti del tessuto urbano che al 1985 non avevano le caratteristiche delle zone A e B. Del 14 dicembre è l’appello a tutti i consiglieri comunali perché valutino i rischi che comportano i permessi di costruire rilasciati in assenza dell’accertamento delle aree soggette a vincolo. Accertamento, infine, inutilmente invocato dal gruppo in occasione della seconda seduta della commissione consigliare d’inchiesta sulle pinete dei Lidi, il 1° febbraio 2010.
Ora, nonostante l’amministrazione comunale di Comacchio abbia negato l’esistenza del vincolo e ritenuto di non effettuare l’accertamento, siamo in presenza di due importanti segnali positivi. Il primo viene dalla Regione Emilia Romagna e risale all’inizio di febbraio, con la risposta dell’assessore alla programmazione e sviluppo territoriale Gian Carlo Muzzarelli, che, pur escludendo violazioni amministrative, conclude: “si ritiene comunque che si debba tenere conto dell’importanza e dell’evidente valore paesaggistico e ambientale che le aree in questione hanno assunto nel tempo [...] la Giunta si impegna a sollecitare l’Amministrazione comunale a procedere, nelle fasi di attuazione del nuovo P.S.C., ad una riconsiderazione delle scelte effettuate, rivalutando le aree, e eventualmente prevedendo anche forme perequative nei confronti dei privati coinvolti”. E’ di pochi giorni fa, infine, la lettera della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna indirizzata a Provincia di Ferrara e Comune di Comacchio che mostra come le richieste avanzate dal gruppo parrocchiale fossero da tenere perlomeno in maggior riguardo: “a parere di questa Soprintendenza rimane aperta la controversa questione, nella fattispecie in esame, dell’esclusione della tutela paesaggistica delle aree boschive tutelate per legge ex art. 142 del D.Lgs. 42/04 [...] Non risulta infatti chiaramente esplicitato se al 6 settembre 1985 le aree in oggetto erano o meno classificate dagli strumenti urbanistici come zone omogenee B”.
Vogliamo augurarci che la nuova amministrazione, quale essa sia dopo le elezioni di domenica prossima, voglia procedere all’accertamento della sussistenza del vincolo sulle pinete dei Lidi Estensi e Spina e preservarle, in caso affermativo, dalla distruzione.
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