Come Gruppo parrocchiale di San Paolo, dobbiamo rispondere all’articolo, non firmato, apparso sulla Nuova Ferrara il 19 gennaio scorso, che di fatto scredita i molti mesi di lavoro e sensibilizzazione portati avanti dal nostro gruppo, dagli ambientalisti e da tanti altri che si sono adoperati per la causa (leggi qui).
Il nostro ultimo comunicato stampa risale al 26 dicembre 2009: facciamo notare che, in questo modo, si era scelto di intervenire il meno possibile nei confronti dell’amministrazione comunale e di non interferire in una fase della campagna elettorale particolarmente accesa. Una forma di rispetto che non è concessa al gruppo, accusato di “inventare” l’esistenza di “ecomostri” e “condomini” mai pianificati, o biasimati per non aver accettato di discutere il nuovo progetto con il sindaco.
Colpisce l’infondatezza delle affermazioni contenute nell’articolo non firmato (che ha la presunzione, oltretutto, di porre rimedio alla supposta “confusione” che si sarebbe venuta a creare), di cui, evidentemente, si assume piena responsabilità la testata giornalistica stessa.
E’ infatti falso che il gruppo parrocchiale abbia mai parlato di “ecomostro” o “costruzioni a 6 piani”! In nessuno dei nostri comunicati compaiono giudizi sulla natura dell’intervento edificatorio previsto (potete verificare i testi su questo blog): riteniamo di aver sempre espresso legittimamente, da cittadini, dei giudizi sull’operato e le scelte delle amministrazioni comunale e provinciale, e non crediamo sarebbe stato altrettanto legittimo giudicare, invece, le azioni di altri privati cittadini o contestarne direttamente gli interessi. Se l’articolo in questione si riferisce a espressioni orali di componenti del gruppo parrocchiale risalenti all’estate scorsa, si specifica che durante il periodo di raccolta delle firme (agosto-settembre 2009), al banchetto della petizione si fornivano indicazioni in merito alla natura dell’intervento solo se vi era espressa richiesta da parte di chi, accingendosi a firmare, giustamente si informava. A turisti e residenti si spiegava allora che il progetto a noi presentato dal sindaco Cristina Cicognani e dall’assessore Berto Cavallari (il 21 agosto 2009) prevedeva 3 palazzine (non 2!) per un totale di 74 appartamenti (pratica edilizia n. 128/2004).
La previsione dell’abbassamento degli indici delle zone B2.a in questione, promessa dal sindaco mai con troppa sicurezza e previa consultazione dei legali, si è concretizzata nella seconda pratica edilizia (n. 568/2009) presentata nel mese di ottobre 2009 e da noi presa in visione solamente in questo mese di gennaio 2010. Ad essere precisi, il progetto prevede ora la realizzazione di un complesso residenziale comprendente 6 villette (non 4!) per un totale di 36 appartamenti.
E’ anche falso che la distanza delle villette previste sul retro della chiesa sia pari a 25 metri dal confine: la distanza da muro a muro (non dal confine!) è invece inferiore, secondo i nostri calcoli, a 20 metri (potrebbe ridursi ulteriormente se si considerano porticati e logge).
Il parroco e la comunità del Lido degli Estensi, come la diocesi di Ferrara, rimangono comprensibilmente preoccupati per l’impoverimento della bellezza ambientale in cui è immersa la chiesa, spazio sacro nel tessuto urbano, nonché per l’impatto acustico che ne potrebbe derivare a danno delle funzioni religiose e della preghiera di migliaia di persone.
Questo andava detto per rettificare l’intervento anonimo di cui sopra. All’assessore che chiede come mai non abbiamo immediatamente segnalato che l’amministrazione “stava lavorando per trovare una strada comune”, rispondiamo che il gruppo parrocchiale ha sempre auspicato, con coerenza, l’azzeramento e non l’abbassamento degli indici di edificazione. E non si può certo chiedere a noi di cantare le lodi del progetto edilizio: la parrocchia non svolge servizio di “agenzia immobiliare”!
Crediamo ci sia ancora da discutere sul piano delle normative e delle leggi. Se è vero, come noi riteniamo e abbiamo sempre sostenuto, che sull’area in questione sussiste il vincolo paesaggistico della Legge Galasso, nessun intervento edificatorio è legittimamente possibile, come non lo è sui 14 ettari di “modeste pinetine” dei Lidi Estensi e Spina, ora esclusi dalla tutela del piano provinciale che ha avuto effetti giuridici per molti anni.
Ha fatto, l’amministrazione comunale, l’accertamento – ora per allora – delle aree soggette al vincolo paesaggistico? Se sì, perché non vengono resi pubblici i computi preliminari e necessari a tale accertamento? Vuole poi dire l’amministrazione se il secondo progetto prevede l’abbattimento di un numero minore di alberi (pioppi e pini, non lecci!) per l’intervento edificatorio?
Temiamo che dalla prospettiva di un ambientalista, come da quella di un albero, non possa essere considerata così rilevante la differenza tra prima e seconda pratica edilizia...
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