sabato 12 settembre 2009

"Riflessioni su una petizione" di don Michele Zecchin

Riflessioni su una petizione

Nell’ultimo mese la nostra comunità si è molto interessata alla questione dell’area verde che circonda la chiesa parrocchiale. È stato un lavoro appassionante, soprattutto per un gruppo di laici che ha dedicato tempo ed energie allo studio della situazione e delle normative, al dialogo con l’Amministrazione comunale, alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, alle iniziative di coinvolgimento di Provincia e Regione. Un operato da cristiani laici, che cercano di essere presenti nella società in modo responsabile. Tutto ciò che è apparso sulla stampa locale è frutto del lavoro di questo gruppo, e non (come fa supporre una errata attribuzione comparsa in qualche articolo di giornale) iniziativa del Parroco don Michele, che ha seguito e accompagnato questi laici nel rispetto della loro autonomia e competenza, oltre che nell’attenzione al riferimento ai valori cristiani che fanno da sfondo a questo impegno. Proprio su questi valori vorrei dunque proporre a tutta la comunità parrocchiale qualche riflessione: interessarci di un piccolo bosco è un'occasione preziosa per esprimere una passione per i valori che ci sono cari e nei quali vorremmo crescere. Constatare che spesso "la morale si ferma alla porta della chiesa" è triste, ma non ci deve portare alla rassegnazione. Di fronte alle difficoltà di gestione del nostro territorio (ma questo è uno solo dei problemi della nostra comunità, e forse non il più grave, chè lo affiancano quelli che riguardano l’occupazione, la condizione giovanile, l'educazione, la cultura, il rispetto delle persone, l'impegno contro vecchie e nuove povertà…), credo sia giusto lasciar da parte la tentazione della delega, della semplice mormorazione e colpevolizzazione (con il conseguente infinito rimpallo dell'attribuzione delle responsabilità) o della attesa inerte e silenziosa. Come cristiani e cittadini dobbiamo invece crescere in un senso di responsabilità. Sappiamo per fede che questo nostro mondo passa e che siamo incamminati verso la realtà definitiva, verso i cieli nuovi e la terra nuova che Dio ha preparato. Ma questa consapevolezza “non diminuisce, anzi aumenta l'importanza del nostro dovere di collaborare con tutti gli uomini per la costruzione di un mondo più umano” (Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes, n. 57), sempre più simile al progetto del Regno che Dio sta pazientemente costruendo già in questo mondo, coinvolgendo ciascuno di noi, suoi figli. È una prospettiva forse faticosa, ma va recuperato questo senso di responsabilità e di partecipazione diffusa alla gestione della cosa pubblica anzitutto nelle forme istituzionali previste nella democrazia rappresentativa (gravate da una crescente e molto preoccupante sensazione di sfiducia da parte dei cittadini); un senso di responsabilità che si esprime poi nell'impegno di tutti ad informarsi in modo più puntuale e meno superficiale; nella attenzione a sostenere nella sua azione per il bene comune chi ha responsabilità amministrative; nella ricerca di forme di confronto e di espressione delle opinioni e delle proposte; nell’impegno educativo all’interno delle nostre famiglie e dalla nostra comunità.
Il mondo più umano che vogliamo costruire è per noi anche questo piccolo lembo di terra tra mare e valli in cui siamo nati e cresciuti, oppure nel quale siamo capitati a vivere. Questo nostro territorio sarà più umano se curiamo la sua qualità avendo come criterio le esigenze e il rispetto della persona nella sua integralità, se cerchiamo di renderlo più vivibile, se lo dotiamo di strutture abitative e civili adeguate alla presenza di chi vi risiede stabilmente. Ciò richiede la progettazione equilibrata degli spazi abitativi, di quelli per i servizi, di quelli per l'incontro delle persone e la coltivazione delle relazioni, per la cultura e per il gioco, non da ultimo per l’esperienza personale e comunitaria del rapporto con Dio.

Questo nostro territorio sarà più umano, poi, se lo rendiamo più accogliente per la grande quantità di persone che lo frequentano per motivi turistici. Un’esperienza, quella dell’accoglienza, che si esprime anzitutto nella cordialità dei rapporti interpersonali e anche nella predisposizione di servizi e di spazi che consentano una risposta alle molteplici esigenze di chi cerca da queste parti il ristoro della vacanza. Tra queste esigenze, come comunità cristiana abbiamo il dovere e l’onore di dare risposta a quella dell’espressione personale e comunitaria della fede, ritenuta importante da migliaia di persone (circa trentamila presenze da giugno ad agosto) che nel periodo estivo frequentano la nostra chiesa.
Questo nostro territorio sarà più umano se ne rispettiamo adesso la bellezza e ci impegniamo a renderlo ancora più bello. Credo che la nostra chiesa sia un buon esempio di integrazione tra l’architettura e l’ambiente naturale. Il patrimonio ambientale in cui siamo immersi, per quanto in parte depauperato, rimane sotto i nostri sguardi con la sua preziosità. Richiede di essere contemplato, mentre si offre a noi come segno naturale del nostro legame alla terra. Da cristiani, lo riconosciamo come dono di Dio.


don Michele Zecchin

Amministratore parrocchiale della Parrocchia di S. Paolo al Lido degli Estensi

3 commenti:

  1. Grazie per quello che state facendo: è un lavoro importantissimo per la valorizzazione dei nostri Lidi! Non capisco come questa iniziativa non parta dalle istituzioni preposte:come si fa a non capire che continuando a impoverire i Lidi del verde e delle pinete vengono meno anche le possibilità nel presente e nel futuro di avere maggior turismo?Chiedo invece a chi mi può rispondere: ma il Comune non può comprare questi terreni?e quindi attrezzarli degnamente in modo che siano vissuti finalmente(e come anni fa)come parco?Siamo proprietari di una seconda casa al Lido e paghiamo salate le tasse per questa casetta e per questo Lido che amiamo proprio per le pinete,perchè questo scempio?Come è possibile che più di 3000 firme cadano nel vuoto?E' come dire che non vale niente la volontà di una comunità intera rispetto agli interessi di pochissime persone.Ma il Comune non è fatto di una comunità?O è fatto delle decisioni di poche persone molto interessate e pochissimo lungimiranti(impoverimento dei lidi=poco turismo=poche entrate economiche).Vi ringrazio tantissimo e continuate a tenerci informati su questa situazione che non può andare avanti.

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  2. Sto seguendo con molto interesse la vicenda Pinete-Lidi essendo un assiduo frequentatore dei Lidi, ho letto sulla "La Nuova Ferrara" gli interventi di Cristina Cicognani e di Marcella Zappaterra e sono rimastro francamente interdetto.
    -) Non capisco come sia possibile che la variante del Ptcp, volta a definire una Rete Ecologica Provinciale, abbia portato a declassare alcune fra le poche residue aree verdi presenti nei centri di Lido degli Estensi e Spina, in una posizione di controtendenza rispetto agli indirizzi della Regione Emilia-Romagna
    -) Sono francamente interdetto inoltre dal fatto che una personalità politica come Marcella Zappaterra possa giustificare l'intervento edilizio sulle pinete qualificandole come "un area occupata da alberi - una delle quali per anni una discarica di inerti e di casse di acqua minerali". Oltre che offensivo per la comunità del Lido degli Estensi mi sembra oltrettutto un segno manifesto di inettitudine politica, basta allontanarsi di qualche Km. e vedere come ad esempio in altre provincie (i lidi Ravennati)la tutela del verde sia gestita con tutt'altro piglio
    -) Una situazione in cui una piccola comunità di poche migliaia di abitanti riesce a raccogliere una petizione con 3000 firme e non viene ascoltata, è segno che a Comacchio e dintorni l'esercizio della DEMOCRAZIA sia caduta in difetto.
    Roberto TOSELLI

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  3. Sto seguendo con molto interesse la vicenda Pinete-Lidi essendo un assiduo frequentatore dei Lidi, ho letto sulla "La Nuova Ferrara" gli interventi di Cristina Cicognani e di Marcella Zappaterra e sono rimastro francamente interdetto.
    -) Non capisco come sia possibile che la variante del Ptcp, volta a definire una Rete Ecologica Provinciale, abbia portato a declassare alcune fra le poche residue aree verdi presenti nei centri di Lido degli Estensi e Spina, in una posizione di controtendenza rispetto agli indirizzi della Regione Emilia-Romagna
    -) Sono francamente interdetto inoltre dal fatto che una personalità politica come Marcella Zappaterra possa giustificare l'intervento edilizio sulle pinete qualificandole come "un area occupata da alberi - una delle quali per anni una discarica di inerti e di casse di acqua minerali". Oltre che offensivo per la comunità del Lido degli Estensi mi sembra oltrettutto un segno manifesto di inettitudine politica, basta allontanarsi di qualche Km. e vedere come ad esempio in altre provincie (i lidi Ravennati)la tutela del verde sia gestita con tutt'altro piglio
    -) Una situazione in cui una piccola comunità di poche migliaia di abitanti riesce a raccogliere una petizione con 3000 firme e non viene ascoltata, è segno che a Comacchio e dintorni l'esercizio della DEMOCRAZIA sia caduta in difetto.
    Roberto TOSELLI

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